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Non dare mai il 100% a qualcuno.

  • francescomy
  • 4 mar 2019
  • Tempo di lettura: 5 min

Non mi prenderò il merito di questo consiglio perché fino a poco tempo fa ne ero completamente all’oscuro. Anzi ero solito fare il contrario, davo il 100% a chiunque ritenessi amico. Ciò non vuol dire che consideri facilmente qualcuno mio amico. Sono una persona di natura diffidente, ci vuole un po’ per me ad aprirmi con gli altri. Ma una volta abbattuta questa barriera, si scopre un lato di me socievole ed estroverso. (La storia della bipolarità dei Gemelli mi sa che è vera!) È anche vero che in passato ho avuto tantissime delusioni in campo affettivo che hanno portato la mia diffidenza a crescere sempre di più. Fino a diventare una sorta di forma di protezione, per non soffrire. Non vi racconterò delle storie datate e antiche, al solo ripensarci mi viene un po’ anche da ridere perché sono storie veramente infantili. Magari vi parlerò di quelle più recenti. Sì esatto, tutt’oggi ho delusioni da parte di persone che avevano fra le mani il mio 100% ma che hanno pensato bene di buttarlo via senza nessuna cura delle conseguenze. Una di questa tratta di un’amicizia nata sul web. 

Un giorno, non so come, finii su un forum e iniziai una conversazione con questa persona. Avevo tutto un nuovo mondo da scoprire e sembrava avesse tutte le risposte alle mie domande. Si può dire che quest’amicizia nacque sulla base di una mia stima nei suoi confronti. Per questioni di comodità presto le nostre conversazioni si spostarono prima su Facebook e successivamente su Whatsapp. Ricordo ancora il giorno in cui ci incontrammo per la prima volta. Era un periodo un po’ particolare per me ma il nostro incontro fu davvero bello; punto di incontro Libreria La Feltrinelli, e da quel giorno non sarebbe più cambiato. Ci abbracciammo, parlammo delle nostre vite, ci scambiammo consigli. Un incontro a dir poco perfetto per essere la prima volta che incontrassi qualcuno conosciuto solo su internet.  

La nostra amicizia continuò per anni, durante i quali continuammo a vederci e a sentirci regolarmente. Ripensandoci non ci fu mai occasione di litigio o incomprensione fra noi, tutto andava liscio come l’olio. È strano realizzarlo solo adesso! Un giorno però mi disse che avrebbe dovuto trasferirsi presto e quindi, dopo il nostro ultimo incontro in cui ci salutammo, non potemmo più vederci di persona. Ciò nonostante ci sentivamo molto spesso, parlando delle nostre novità, dei successi e delle disavventure. Dopo circa un anno in cui durante le nostre conversazioni mi diceva sempre che la soluzione ai miei problemi era un trasferimento in quella sua stessa città e dopo un anno a dire di no perché mi sembrava tutto così frettoloso e semplice, cedetti. (Vedi post “ Perché cambiare. || La mia storia ”). Preparai la mia valigia col sorriso sul volto, perché non sarei andato alla cieca in un posto ignoto alla ricerca di chissà cosa. Avrei avuto sostegno, aiuto e affetto perché erano queste le sue promesse. Ebbene sì, dopo una settimana in questa città meravigliosa, scomparve. Iniziò scrivendomi che stava passando un brutto periodo e doveva allontanarsi da tutto e tutti. Dopo vari tentativi da parte mia di mantenere vivi i rapporti, semplicemente la nostra amicizia scivolò nell’oblio. Passammo quindi dal dover uscire la sera per far pazzie e divertirci in città, dal dover lavorare insieme e rafforzare la nostra amicizia all’indifferenza più totale e all’aspra rottura di un legame che mi sembrava piuttosto solido. Un’idea del perché sia accaduto oggi ce l’ho. Nulla cambia però che seppure avessi fatto io qualcosa di sbagliato nel rispetto di quella che era la nostra amicizia avrebbe dovuto farmelo quantomeno notare e cercare di risolvere il problema insieme. Fu quindi in quel momento che inconsciamente realizzai che dare il tuo 100% a qualcuno è davvero una pessima idea. Ed è qui che arriviamo alla seconda storia, la più recente. Perché è vero che lo capii inconsciamente ma da qui a metterlo in pratica ci passano praticamente altre mille amicizie fallimentari. Questa volta è un’amicizia nata nell’ambiente lavorativo. È una di quelle rare occasioni in cui mi sono sentito immediatamente in sintonia con l’altra persona e di conseguenza da subito diventammo amici. Ci scambiavamo consigli, ci sostenevamo a vicenda nei momenti grigi ed uscivamo spesso per divertirci. Una delle cose che faceva la differenza a lavoro fra noi e tutti gli altri è che eravamo soliti salutarci con due baci sulle guance e che spesso ci abbracciavamo senza motivo, tanto da irritare qualche collega che se ne usciva con commenti del tipo: “sembra che non vi siete visti per anni”. Insomma un’amicizia (di nuovo) solida, nata in pochi mesi. Questa volta però c’erano già state discussioni e incomprensioni che avevano fatto emergere le nostre differenze di pensiero e marcato due caratteri che se non bilanciati possono far dei danni. Ciò nonostante le abbiamo sempre superate. Un giorno a lavoro mentre scherzavamo fece un commento che non mi fece ridere per niente. Al fine di non far nascere rancori che sarebbero peggiorati nel tempo o di un’inutile rabbia repressa, glielo feci subito presente. Questi scherzi però continuarono per giorni fino a quando scoppiammo in una “quasi” lite. (“Quasi” perché eravamo pur sempre in un ambiente lavorativo e cercai di contenermi). Da quella volta smettemmo di rivolgerci la parola, le uniche cose che ci dicevamo erano quelle strettamente inerenti al lavoro. Ci vedemmo poi una sera in cui partecipammo ad una cena di lavoro e non so come né perché iniziammo a parlare di quanto fosse accaduto. Per quanto provassi a spiegare che avevo detto esplicitamente che quello scherzo mi dava fastidio e quindi avrebbe dovuto smetterla, continuò a sostenere la sua tesi finendo con una frase del tipo: “Io fingevo di essere tuo amico!”

Ricordo che spalancai gli occhi al suono di quelle parole. Nonostante i suoi tentativi di rimangiarsele ormai le avevo sentite e dopo quelle non volli sentire nient’altro. Perché se quella era la verità non aveva senso aggiustare un rapporto fondato sulla finzione. Ci sono persone che hanno cercato di buttarla sul “stiamo parlando tutti un’altra lingua, magari avrà sbagliato ad esprimersi” ma non sono stupido. Oggi parliamo, dobbiamo siccome passiamo gran parte della giornata insieme. Al di fuori potrebbe sembrare che siamo grandi amici ma per gli osservatori più attenti sarà palese che ha perso il mio 100%. Le cose che avrei fatto per la nostra amicizia oggi non le farei mai e poi mai. 

Fu proprio in quell’ultimo periodo che parlando con un mio collega mi disse la stessa frase che fa da titolo a questo post e mi spiegó che per quanto conosciamo una persona, in campo amoroso, affettivo o familiare, non bisogna mai dare il 100%. Lo so è triste come qualcuno può deluderti così facilmente ma il rischio fa parte del pacchetto. Ovviamente quando parlo di non dare il 100%, non significa non fidarsi più di nessuno o che tutti gli amici che hai ti deluderanno. Semplicemente ho imparato che per quanto un rapporto possa sembrare florido e stabile, è difficile mantenerlo nel tempo e spesso dall’altra parte non vi è la volontà necessaria per farlo. PS: mi accorgo solo a fine post che il tutto potrebbe considerarsi la rielaborazione del detto “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.” PPS: è la seconda volta che scrivo questo post dopo che mi si era cancellato tutto. Magari l’altro era meglio!


 
 
 

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